Le città invisibili

10/2001


Fabrizio Cardosa 2001
dal libro di Italo Calvino

“Penso d'aver scritto qualcosa come un ultimo poema d'amore alle città. Nel momento in cui diventa sempre più difficile viverle come città.” Così ebbe a dire del suo libro Calvino durante una conferenza negli anni settanta.
Voci che intrecciano resoconti dettagliati e insieme enigmatici di luoghi incontrati o cercati.
Viaggi. Punti di partenza, d'arrivo. Desideri di conquista, desideri di conoscenza, spesso di conquistare per conoscere.
In questi viaggi, urlati e sussurrati, guidati dalla musica al di fuori di ogni spazio geograficamente contenibile, si incontrano personaggi che raccontano “città” che descrivono emozioni, che a loro volta definiscono personaggi. Il viaggiatore è impegnato a scoprire virtù, colpe, e debolezze segrete che hanno spinto questi uomini a creare insediamenti che somigliano loro, così come loro somigliano a noi. E' una ricerca che può passare anche attraverso le bizzarrie di funambolici edifici che qualcuno ha forse solo immaginato.
E siccome la paura, l'amore, il dolore e la guerra fanno da sempre parte dell'uomo, troviamo somiglianze e sorprendenti analogie nei rifugi degli uomini di tutti i luoghi, e le colleghiamo alla cronaca del nostro presente; quello tragico e quello grottesco, sempre evocati dalle voci, parlate e cantate e dalla musica, che stende la strada di questo viaggio."

Le città invisibili prevede la presenza sul palcoscenico di due attori e di un'orchestra composta da 7 strumentisti e quattro cantanti.
La durata globale è di circa 70 minuti.

Commedia musicale