5 giochi sulle vocali

5 giochi sulle vocali

CINQUE GIOCHI SULLE VOCALI

F. Cardosa – A. De Martini  (2008)

Dramma a Bagnara

Una tragedia naturale nel sud Italia.
La povera balia Tamara, già minata nel fisico, troppo tardi avvertita della furia franosa in arrivo, è tra le vittime.

Dramma a Bagnara!
All’alba la vasta valanga
massacrava la calabra razza:
la lava franata allagava la vasta campagna;
spaccava la strada, la stalla,
ammazzava la gatta, la capra.
La mamma allarmata
scappava la malaparata,
scavalcava la strada sbarrata
pazza, pazza dannata arrancava.

Calma calma, appartata,
La tata, allattava;
cantava la nanna Santa.
”Ah, bada alla fanga, Tamara!
Spranga la casa.
La cavalla malata strappa alla massa fantasma,
la grassa vacca salva!”

La brava Tamara,
farfalla dall’ala tarpata,
s’attaccava vana alla scala!
Ma s’alza, s’abbassa,
bastarda calata l’ammanta.
Annaspava la brava ragazza,
ma stanca Tamara stramazza.

S’apra amara la bara a Tamara.
Affranta canta la Santa campana a Bagnara.

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Olmo o Fosco

Triste presa di coscienza di una donna che crede di dominare e scopre di essere dominata.

Sto con Olmo o con Fosco? Non so.
L’orco scontroso coccolo,
lo sconvolto cosmologo controllo.
Prodotto d’opposto protocollo
convolo con costoro
com’osso moccoloso o pomodoro:
m’offro, s’occorro, convoco, consolo;
con loro spopolo, sfolgoro, sobbollo!
Oh, doloroso monologo scomposto,
troppo sopporto, soffoco, sprofondo!

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Gridi di bimbi

Tragica vicenda di guerra in cui una divisione di fanteria nemica, in una plumbea giornata di pioggia fa strage di bambini indifesi.
Episodio narrato da un testimone oculare.

Si, si, li vidi.
Lì i bimbi intirizziti
tristi, lividi, piccini piccini
intrisi di litri fittissimi,
spinti, sfiniti.
Lì, cinici militi incivili,
discinti, vili, disinibiti,
ispidi visi irti di spilli.

Crimini indicibili distinsi
in ciclici, ritmici giri,
gridi, riti sinistri, indi brindisi mistici!

Si, li vidi.
Lì vidi gli inimici invilirsi,
i vinti li vidi divini.
Ti indigni? Intristisci.
Imprimi i brividi,
riscrivi in sigilli i principi primitivi.

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Erette gemelle

Dialogo tra un’attempata nobildonna preoccupata dall’inevitabile deperimento del suo fisico ed il suo chirurgo plastico,
che la trascina in un tragico, vano trionfo di bisturi.

(nobildonna)

Tette, perché gemete ?
Perché recentemente recedete
e nelle feste sempre smesse e scese
perdete le decenze?
Perché cedete sempre le certezze
e lente, lente scendete?
Perché, perché benedette tette?
(chirurgo)
Pelle che pende,repellente vedere!
Permette?
Se tenete le mele leggermente spente,
messe ben bene e tese le vedrete,
e nelle sere fresche del presente
repente splenderete!

(nobildonna)
Belle, belle le pere, che belle pere, tette testè estese!
Erette stelle, eterne messe nere,
dense perle gemelle, e... per le spese?
(chirurgo)
Beh, scemenze, vedrete... Eeeee... pel sedere?
Perché recedere? Se me crederete,
fremerete ventenne nelle tresche,
e d’eteree bellezze splenderete!
(nobildonna)
Beh, perché recedere
se estendere rende belle?
Vedete, vedete che bel sedere!
Che bel sedere vere tette deste!
Ben spese ebbrezze pel verde presente!
(coro)
E certe sere, smesse stecche e bende,
esce, demente Venere centenne,
e rende sere e feste sempre severe e meste.

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Un urubù

La spietata quotidiana lotta per la sopravvivenza nel regno animale.
Un avvoltoio sudamericano scorge un piccolo uccello in lontananza. In picchiata è presto su di lui e fulmineo lo ghermisce.

Uuuuhh!
Sù sù sù
ssshhuuummm!
L’urubù fu sul cucù...
Putupummm!
glu glu glu hmmmm...

Quando: 
01/01/2008

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